E' passato quasi un anno dall'ultimo post.
Mi ero promessa di utilizzare questo blog per sfogarmi invece di scrivere su facebook e rompere le palle ai miei poveri contatti. Ma, tra una cosa e l'altra, mi è sempre sembrato più veloce e comodo il social.
Non mi sento bene, è qualche giorno che sono veramente di malumore..sarà il ciclo? Di solito mi fa imbizzarrire molto prima. Fatto sta che mi sento giù, potessi stare tutto il giorno a letto lo farei..ma ho progetti molto più importanti per me, e mi sforzo di stare in piedi e continuare a fare, e fare, e fare...fare sempre tutto il giorno. Quanto c'ho da fare, non si sa. E ringrazio il cielo perchè faccio soldi e tengo la mente occupata dai pensieri orribili...che avevo tenuto a freno fino a qualche giorno fa, e piuttosto a lungo.
Poi, inevitabilmente, arriva il crollo...ci sta qualche volta.
In realtà non so a cosa sia dovuto di preciso..un'insieme di emozioni contrastanti e situazioni ognuna completamente diversa dall'altra. Le cose a casa vanno sempre peggio, mamma vuole addirittura cambiare casa, città...avvicinarsi a me. Questo è positivo, ma vorrebbe dire non tornare mai più a Roma...perchè farlo quando sarà una città che non ti offrirà più niente? Ne una casa, a malapena amici, ne parenti, ne divertimento. Lascerò per sempre delle minuscole realtà che mi ero creata in una città gigantesca: il mercatino il venerdì mattina, con tutti gli indianini che mi chiedono come sto, le colazioni al bar, i giretti per la Garbatella, le capatine in fumetteria, quel poco di tempo passato con gli amici....la mia bellissima casa, anche se piena di brutti ricordi. Piccole cose, che però finiranno. Il Romics? Finito pure quello. Una volta andata via, ma a chi je và di prendere il treno e tornare a Roma? Per fare cosa?. Ecco il primo motivo di inquietudine e tristezza.
Ho nominato il Romics...il cosplay. Finito anche quello...si...volge al termine un altro capitolo della mia vita, uno dei pochi bello e spensierato. Quando ho iniziato avrò avuto circa quattordici anni. Costumacci giusto per pagare meno l'entrata...poi ho capito che mi piaceva interpretare i personaggi che amavo, e volevo rappresentarli al meglio. L'ho fatto dignitosamente per anni, e ho avuto il piacere di conoscere tanta bella gente (anche se un pò pazza) che rivedevo ogni anno lì..."stessa spiaggia, stesso mare". Foto, risate, quattro chiacchiere...era come un quartiere ormai, dove ci si incontrava, anche se per una sola volta l'anno. Mi piaceva.
Si cresce, si cambia, purtroppo. Il cosplay non prevede età, è questo il bello...ma la testa si evolve e a volte vuole andare in direzioni diverse. Questo non significa che chi continua a far cosplay a quarant'anni sia un idiota, ma siamo tutto diversi. Io ho visto quel piccolo mondo cambiare attorno a me, e anche abbastanza improvvisamente. Un anno prima eravamo ancora tutti lì, supergasati...e l'anno dopo non c'era più nessuno di quelli che conoscevo, ed era pieno di bambocci puzzolenti con i loro pigiamoni di pelo, credendo di far cosplay. Le cose sono cambiate da tre anni, e per questi tre anni mi sono imposta di far comunque cosplay per vedere se riuscivo a provare le emozioni di una volta. Ci sono cascata per altri tre anni, come ho detto. In questi tre anni ho capito che non è più cosa: non provo più alcuna emozione, mi sento sola, fuori posto, e nessuno fa più caso al tuo costume se è fatto a mano oppure no. E gli altri? Dove sono finiti? Mai più ne visti ne sentiti, so che alcuni hanno cambiato città, sono finiti perfino in Giappone e si sono SPOSATI. La parola "matrimonio" mi ha sbattuto sul naso la dura realtà, cioè che ormai siamo tutti adulti, ognuno coi suoi impegni, la sua vita...fine dei giochi insomma. Anche se questo non è del tutto esatto perchè c'è chi lo trova il tempo per il cosplay o il divertimento. Ma dentro di me sta morendo tutto ciò che è legato alla mia adolescenza, tutto ciò che c'era di bello. Poca roba bella, ma intensa. Il cosplay era l'unica nota positiva e gioiosa che avevo nell'arco dell'anno...quando ero più piccola. Facevo il conto alla rovescia mesi prima, e mi rendeva felice quando attorno avevo tanta pena e malinconia..era l'unico spiraglio di divertimento e serenità. Finito.
Mettiamoci pure che è pieno di stands delle scuole del fumetto o delle case editrici, nei quali vedo i miei colleghi fumettisti impegnarsi per promuovere i loro progetti, o semplicemente farsi vedere all'opera. Mi trovo in costume a passare davanti a chi fa il mio stesso lavoro e mi dico "checcazzo sto facendo? Io dovrei essere lì con loro!!" e vado in conflitto. Vado in fiera in borghese, vedo i cosplayers che si divertono, e vado di nuovo in conflitto perchè vorrei essere in costume anche io e ridere. Ma poi so che mi vesto e non rido...non più. Mi trovo tra cosplay e fumetto, e per un momento non so chi sono, e chi voglio essere. Finirà che non sarà nulla...anzi..sarò la fumettista asociale e solitaria, perchè io mi do da fare dietro le quinte, e non mi butto in campo come fanno gli altri, che amano esibirsi.
Oggi questo spiraglio è il mio lavoro. Mi fa dannare come na pazza, ma se non avessi la mia passione, il mio lavoro, sarei un'ameba senza scopo e, cosa più grave, avrei la mente completamente vuota, da riempire di negatività. Il troppo lavoro mi costringe a tenere la mente occupata al 90% tutto il santo giorno...e ringrazio il padre eterno per questo. Anzi, ringrazio ME per avere talento e per avere il coraggio e la forza di portarlo avanti ogni giorno e con sempre più impegno e costanza. Si, una volta tanto posso dirmi "grazie" perchè mi sto impegnando davvero tanto nonostante la mia esistenza difficile. Difficile si, perchè sai cosa passa di me? Che lavoro comodamente da casa e faccio quello che amo e questo fa pensare automaticamente che ciò non comporti alcuna difficoltà. Poveri scemi proprio. Si, che ce vole? Na passeggiata de salute lavorare sedici ore al giorno, a studiare continuamente per tutta la vita e mettere su carta le peggiori fantasie erotiche delle persone. Facile. E si parla come se questo lavoro mi fosse stato regalato da qualcuno.. "facile per lei, tutto in salita". A belli, se faccio questo lavoro è perchè mi stò impegnando, nessuno disegna al mio posto, nessuno studia al mio posto..sono IO soltanto a fare questo per me stessa, e se oggi ci campo è perchè me lo sono SUDATO e MERITATO. Se riesco a campare facendo ciò che mi piace e da casa per giunta...significa che sono brava, e voi, se non potete ottenere la stessa cosa...avete poca forza di volontà, siete deboli e senza talento..colpa vostra, non mia che impegno la mia esistenza solo in questo. Invece di giudicare me, impegnatevi in quello che vi piace fare, sprecate le forze su quello che volete voi, non su quello che faccio io.
Vedi? Vado in confusione anche qui. N'accozzaglia di parole, di situazioni diverse...ma è così, è questo che mi fa soffrire. L'incomprensione da parte degli altri, l'incapacità e mancanza di voglia di farsi nuovi amici, gente che viene, gente che và, l'impressione di non essere importante per nessuno, problemi familiari e decisioni drastiche. Mi sento stanchissima, e in questa stanchezza devo trovare la forza di lavorare al meglio e non deludere nessuno. Vorrei non deludere me, e iniziare il progetto della mia vita. Si, realizzare il mio fumetto. Mio al cento per cento, dalla sceneggiatura ai disegni. Ho poco tempo da dedicargli, e il fantasma del progetto gira ormai da un paio di anni. Riuscissi a realizzarlo davvero, forse avrei un pò più di rispetto, di prestigio...e un pò più di auostima. Vorrei tanto pubblicare progetti miei, tanti...perchè di idee ne ho. Chissà se riuscirò a fare qualcosa il prossimo anno, chissà se troverò un pò di pace, chissà se imparerò ad accettare i cambiamenti, l'età che avanza, le persone lontane che non torneranno tanto presto.
No, continuerò a non fare niente, e non accettare niente, mi conosco.
Porca miseria, quanto mi sento triste stanotte.