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domenica 29 gennaio 2017

Padre e figlio

Questa sera mi sento di esprimere un mio pensiero rivolto a un bambino di dieci anni, che non ama avere rapporti con il proprio padre. Se solo potessi parlare con lui, gli direi questo:

Caro ragazzo, mi dispiace che tu stia sprecando così il tuo tempo, anzi, il vostro tempo. Quello tuo e di tuo padre. Il tempo è prezioso, e non si torna indietro.
Caro ragazzo...il papà ha sicuramente sbagliato, ma se lui ha sbagliato, anche la mamma lo ha fatto. Quando le cose non vanno, la colpa è di tutti e due...ma questo tu non puoi ancora capirlo, non è colpa tua. Mi dispiace che non ci sia nessuno, però, a tentare di spiegarti questo.
Sicuramente ti sarà stato detto che il papà si è comportato male e non potendolo vedere così spesso, come vedi la mamma, ti sarai raffreddato un pò nei suoi confronti. Ma sappi che lui rimane il tuo genitore, il tuo papà..e anche se lo odierai e ti comporterai male verso con lui, non cambierà nulla. Lui ti amerà sempre e comuque per tutta la vita. Di padre ce ne sta uno soltanto, ricordalo.
Sappi, caro ragazzo..che questa è la "maledizione" del genitore: amare incondizionatamente il proprio figlio, quando il figlio non è tenuto ad avere questo amore verso il genitore. Non si sa perchè, ma è così. Eppure tu sei nato grazie a lui. A loro, ai tuoi genitori, devi il fatto che tu sia qui oggi...forse a soffrire un pò, ci sta..ma anche a ridere, a scherzare, a stare con gli amici e scrivere il tuo futuro, piano piano.
Confido nel fatto che, tra qualche anno, inizierai a pensare con la tua testa, a fare qualche passo avanti, e a capire che hai già perso troppo tempo, ma non è tardi...puoi recuperare. Tu puoi farlo.
Apprezza tuo padre, cercalo, parlaci..lui se ne muore di sentire la tua voce, di sapere quello che hai fatto durante la giornata. Sii felice di sapere che hai un padre, e ti assicuro che è speciale. Vorrei aiutarlo..ma non è compito mio, solo lui sa cosa può fare con te. La sa lui e lo sai tu..e in questo momento è tutto nella tue mani piccolo. Anzi, sarà sempre tutto nelle tue mani, "triste" verità.

Io non sono madre, posso solo immaginare come possa sentirsi un genitore. Ma ho il dono dell'empatia, e mi sembra di sapere ogni cosa.
Io non sarò mai madre, perchè ho sofferto tanto nella mia vita, e non voglio altri dispiaceri. Il dispiacere di avere un figlio che non mi capisce, o che finisce con l'odiarmi. Il dispiacere di vedere un figlio ammalarsi e non poter fare nulla. Non sarò mai madre...soprattutto perchè ho bisogno di pensare alla mia vita. Voglio diventare una fumettista famosa, voglio spaccare le montagne, voglio farmi riconoscere da tutti. Ho bisogno di essere qualcuno, ne ho tanto bisogno..e il prezzo è alto. Il mio bisogno richiede libertà. Il figlio imprigiona l'uomo adulto. Il genitore..sappi, ragazzo...si annulla per il figlio, si annulla per te. Il genitore non è più un essere umano con i propri desideri e bisogni...non è più "Tizio"...è genitore, basta...una cosa a sè. C'è chi ha il coraggio di fare questo passo e merita un monumento...io non voglio.
Adesso non lo sai, ma fare il genitore è faticoso, piccolo. Ma un giorno capirai e ti darai dello stronzo per non aver pensato di più al papà, che soffre tanto perchè lo calcoli poco. Spero che la vita ti dia il tempo di rendertente conto e di correre ai ripari. Te lo auguro con tutto il cuore.

Io e te non ci conosceremo mai, ma conosco tuo padre. Per me è una persona speciale, le voglio tanto bene e mi sta aiutando tantissimo in questo periodo. Vorrei aiutarlo, ma come ti sto dicendo non posso farlo, posso solo dargli qualche consiglio, nulla di più. Vorrei fare di più..ma non posso proprio..

Abbi cura di te e di tuo padre.
R.


lunedì 23 gennaio 2017

Regole e libertà.

Sono stanca di seguire le regole. Le regole non le sento mie...eppure me ne sono imposta da sola.
Si, mi sono imposta tremila regole, credendo che fosse giusto, per il "bene" di chi avevo attorno.
Per bene intendo...non far soffrire nessuno con miei comportamenti scorretti o sconvenienti. Insomma, volevo fare bella figura e apparire come la figlia/ragazza perfetta. Non sono così, e il bello è che me ne sono accorta ora. Prima questa vita mi sembrava naturale, oggi mi sembra solo una gabbia, nella quale sono entrata di mia volontà, buttando via la chiave. Non posso uscire. Che succede quando un uccello nasce e cresce in una gabbia, e poi lo si lascia in libertà? Volerà via, o a causa delle ali atrofizzate, farà un bel capitombolo? Questo. Bisognerebbe non entrare in quella gabbia e volare via lontano..per me è tardi e ne pago le conseguenze.
Solo che dopo trent'anni, mi sento stanca. Vorrei solo fare una mattata, una cosa così, d'impulso....che mi faccia stare bene, che mi faccia sentire libera e viva. Ma è sicuro che una mattata possa farmi stare bene davvero?
Forse ho capito perchè disegno porno. Perchè è la cosa più blasfema che esista, e il bello è che non possono ne arrestarmi, ne dirmi che sono una traditrice. Sono solo disegni, ed è solo lavoro. Posso disegnare ciò che voglio, come voglio e nessuno può impedirmelo perchè non può nuocere a nessuno se non alla mia immagine forse, ma non più di tanto. E comunque che si fotta chi pensa male di me.
Nei disegni porno, IO posso fare ciò che voglio, e posso essere chi mi pare. Posso stare con chi mi pare senza gelosie. Il disegno mi salva la vita...l'ho sempre detto. Il porno, mi salva la vita.
Per dei problemi familiari mi trovo a Roma da quasi un mese, e non posso lavorare al momento. Forse è questo che mi manda fuori di testa...la mancanza della mia valvola di sfogo. Come chi non scopa da mesi..come si sente? Nervoso fracico, irascibile ed eccitato. Io in quest periodo mi sento viva come un calzino bucato arrotolato sotto al letto, a dire tutta la malinconica verità (citazione). Ma sento dentro che devo sfogare alcune cose, e posso farle solo disegnando. Forse, quando tornerò a lavoro..a disegnare porno...forse mi sentirò meglio. Spero che possa essere così, e che il troppo da fare, come un mese fa..mi toglierà ogni altro pensiero dalla testa. Dubito fortemente.
Ho visto troppo in quest'ultimo mese...quel che basta per capire che la mia vita non può essere...tutta qui. Si vive una sola vita. Io ho sempre lottato e continuerò a farlo..ma da questo momento in avanti forse comincerò a pretendere un pò di più, a costo di essere egoista. E se, molto probabilmente, la cosa non dovesse avere risvolto positivo..beh, mi attaccherò al porno ancora di più, dando il meglio di me (o il peggio per alcuni), mettendo su carta ciò che non posso fare nella vita reale...e il bello è che nessuno potrà dirmi che ho sbagliato.

Il disegno è l'unica libertà che m'è rimasta.

domenica 15 gennaio 2017

Dormire, no?

Eccoci qui, a scrivere sempre più di rado. Avevo promesso a me stessa che avrei scritto più spesso qui che su facebook...soprattutto che avrei scritto qualcosa. Nessuno in questo momento può aiutarmi, ma scrivere qui mi ha sempre fatto bene, lo ammetto.
Dovrei essere a letto da più di un'ora, domani sarà una giornata pesante, come le ultime due settimane. Ho gravi problemi familiari, e per farla "breve" ho mio zio in gravissime condizioni. Uno zio che ha sempre vissuto con noi e quindi è molto importante. Con mio padre ho vissuto soli 14 anni, con il mio cane 18, con zio sono quasi 20. Sono molto provata da queste due settimane, in cui mi trovo bloccata nella mia città natale senza poter lavorare, andare in palestra o comunque condurre lo stile di vita che faccio da ormai tre anni, in un'altra città.
Questa situazione mi ha messo molte pulci nell'orecchio, molte. Passo le giornate a vedere zio sempre più debole, cambiare nel suo essere, che a volte riemerge. Ho paura di quel che potrò vedere nei prossimi giorni. Ieri ho visto morire una persona per la prima volta. Per la prima volta ho visto in faccia, dal "vivo" (scusate il gioco di parole) una persona senza vita. Ho finto che non mi facesse alcun effetto, ma non è così.
In questi giorni, sento i vecchi dire che la vita è una sola  bisognerebbe sfruttarla al meglio...ma io non lo posso fare. Un pò per scelta, un pò per costrizione da parte di una famiglia che forse ha cercato di proteggermi troppo, così tanto da impedirmi di fare la vita che fanno tutti gli adolescenti: tanti amori, tanti sbagli. Non ho avuto tanti amori, perchè baciare un ragazzo o andarci a letto solo perchè mi attraeva fisicamente non stava bene, avrei fatto brutta figura a casa. Direte "beh, bastava non dirlo"..eh no. I miei occhi parlano, i miei occhi ti dicono se ho fatto qualcosa di sconveniente. Perchè quando ti inculcano la correttezza, e tu la violi...ti senti una merda e anche se tenti di nascondere le cose, gli occhi ti sputtanano. Infatti quelle DUE volte in cui ho tentato di essere quello che forse volevo, son stata sputtanata. Morale della favola: sii sempre corretta. Questo mi ha portata ad avere in quasi trent'anni di vita solamente due uomini, conoscere l'amore solamente due volte. La prima neanche la conterei a questo punto, ma è stato un errore comunque necessario a mio avviso.
In trent'anni non ho viaggiato quasi mai per paura di allontanarmi troppo o di morire in un incidente aereo. Non ho avuto il piacere di passeggiare con AMICI maschi, perchè se sei fidanzata uscire con i maschi non sta bene, perchè ci provano tutti. Trent'anni di gabbia.
Questa situazione dura da sole due settimane, ma mi ha aperto gli occhi su quanto io in realtà abbia fatto poco e che, se dovessi morire domani...beh, sarebbe comunque stata una vita miserabile. Poco divertimento, solo pianti per tragedie familiari, solitudine e lavoro. Il lavoro...buttalo via!. Certo, ma la felicità è in tante cose, non solo in una. Io non sono una persona comune. Ognuno di sè dice di essere speciale, unico, ma non è così. Ci sono persone uniche, speciali, e ci sono persone comuni. Io non sono comune, e non lo dico perchè sono io, lo dico perchè so che è così. Il mio essere "speciale" non deve essere per forza un bene. Sono molto empatica, capisco i sentimenti di chiunque in poco tempo, ne soffro e me ne faccio carico. D'altra parte ho un odio profondo per quasi tutte le persone. Vorrei salvare tutti come ammazzare tutti. Una vita normale non mi basta. Figli, matrimonio, lavoro..è questo ciò che tutti cercano per essere felici..la più grande aspirazione del genere umano. Con tutto il rispetto, io voglio molto di più. Voglio guardarmi allo specchio ed essere fiera di me. Voglio concludere i progetti che mi sono prefissata, voglio che tutti mi conoscano. Voglio divertirmi, voglio ridere, voglio viaggiare. Voglio tanti animali diversi e prendermi cura di loro, voglio avere la libertà di uscire con chi voglio e, perchè no, andare a letto con chi voglio. Questo, nella mia testa, non cambia le cose con il mio compagno. Ho troppa fantasia, troppa fame di aria e di vita, per essere legata. Dietro al mio viso triste, malinconico e frose un pò arrabbiato, c'è una persona che vorrebbe iniziare a vivere. Il prezzo però è troppo alto, lo riconosco. Nessun può capire ciò che sto scrivendo, perchè è contorto, e sono a tratti parole di una troia. Non sono troia, non sono irrispettosa delle regole.
Voglio solo iniziare a fare la vita che sento adatta a me, voglio decidere io cosa fare senza che qualcuno mi venga a dire che è scorretto e poco conveniente. Tutti hanno fatto grosse cazzate nella vita, a me non è stato concesso.
Sono serena con mio uomo: mi ha dato una bella casa in una bella città. Mi ha aiutata con il lavoro e sputa sangue tutti i giorni per sostenere una come me. Sarò carina, ma ci vogliono PALLE per stare con me perchè posso ridere ma piangere dopo dieci minuti. Per malumore posso stare senza fare sesso per settimane. Posso tenere il muso per giorni, sono gelosa, possessiva e invidiosa. Pretendo libertà ma allo stesso tempo la vieto. "Io posso e tu no". Provate a starci con una psicopatica così.
Ma non sono solo questo, ovvio. Mi butterei nel fuoco per aiutare, senza chiedere nulla in cambio.
Insomma...il discorso era che son serena con il mio uomo, ma non solo felice. Mi ripeto che, però, non è colpa sua. Io non sarò mai felice...ne con lui, ne con un altro uomo, ne da sola. L'amore, appena sboccia, ti fa credere che la felicità sia alle porte..ma dopo tanti anni capisci che quello era solo un momento. E' così, con qualunque uomo. Dopo subentra l'abitudine, misto all'amore, ma è quel mischiareccio che può solo renderti serena, non felice. Lo ribadisco, è così per tutti. Se domani dovessi mettermi con un altro uomo, forse dopo anni accadrebbe la stessa cosa, anzi sicuramente.
Ma se in un rapporto ci si lascia più libertà, senza bacchettare su ogni cosa, sicuro si vive meglio.
Ragazzi, voglio vivere. I vecchi dell'ospedale sono più vivi di me, questa è la verità.

Sono confusa..

lunedì 3 ottobre 2016

Un pò di tempo per me.

E' passato quasi un anno dall'ultimo post.
Mi ero  promessa di utilizzare questo blog per sfogarmi invece di scrivere su facebook e rompere le palle ai miei poveri contatti. Ma, tra una cosa e l'altra, mi è sempre sembrato più veloce e comodo il social.
Non mi sento bene, è qualche giorno che sono veramente di malumore..sarà il ciclo? Di solito mi fa imbizzarrire molto prima. Fatto sta che mi sento giù, potessi stare tutto il giorno a letto lo farei..ma ho progetti molto più importanti per me, e mi sforzo di stare in piedi e continuare a fare, e fare, e fare...fare sempre tutto il giorno. Quanto c'ho da fare, non si sa. E ringrazio il cielo perchè faccio soldi e tengo la mente occupata dai pensieri orribili...che avevo tenuto a freno fino a qualche giorno fa, e piuttosto a lungo.
Poi, inevitabilmente, arriva il crollo...ci sta qualche volta.
In realtà non so a cosa sia dovuto di preciso..un'insieme di emozioni contrastanti e situazioni ognuna completamente diversa dall'altra. Le cose a casa vanno sempre peggio, mamma vuole addirittura cambiare casa, città...avvicinarsi a me. Questo è positivo, ma vorrebbe dire non tornare mai più a Roma...perchè farlo quando sarà una città che non ti offrirà più niente? Ne una casa, a malapena amici, ne parenti, ne divertimento. Lascerò per sempre delle minuscole realtà che mi ero creata in una città gigantesca: il mercatino il venerdì mattina, con tutti gli indianini che mi chiedono come sto, le colazioni al bar, i giretti per la Garbatella, le capatine in fumetteria, quel poco di tempo passato con gli amici....la mia bellissima casa, anche se piena di brutti ricordi. Piccole cose, che però finiranno. Il Romics? Finito pure quello. Una volta andata via, ma a chi je và di prendere il treno e tornare a Roma? Per fare cosa?. Ecco il primo motivo di inquietudine e tristezza.

Ho nominato il Romics...il cosplay. Finito anche quello...si...volge al termine un altro capitolo della mia vita, uno dei pochi bello e spensierato. Quando ho iniziato avrò avuto circa quattordici anni. Costumacci giusto per pagare meno l'entrata...poi ho capito che mi piaceva interpretare i personaggi che amavo, e volevo rappresentarli al meglio. L'ho fatto dignitosamente per anni, e ho avuto il piacere di conoscere tanta bella gente (anche se un pò pazza) che rivedevo ogni anno lì..."stessa spiaggia, stesso mare". Foto, risate, quattro chiacchiere...era come un quartiere ormai, dove ci si incontrava, anche se per una sola volta l'anno. Mi piaceva.
Si cresce, si cambia, purtroppo. Il cosplay non prevede età, è questo il bello...ma la testa si evolve e a volte vuole andare in direzioni diverse. Questo non significa che chi continua a far cosplay a quarant'anni sia un idiota, ma siamo tutto diversi. Io ho visto quel piccolo mondo cambiare attorno a me, e anche abbastanza improvvisamente. Un anno prima eravamo ancora tutti lì, supergasati...e l'anno dopo non c'era più nessuno di quelli che conoscevo, ed era pieno di bambocci puzzolenti con i loro pigiamoni di pelo, credendo di far cosplay. Le cose sono cambiate da tre anni, e per questi tre anni mi sono imposta di far comunque cosplay per vedere se riuscivo a provare le emozioni di una volta. Ci sono cascata per altri tre anni, come ho detto. In questi tre anni ho capito che non è più cosa: non provo più alcuna emozione, mi sento sola, fuori posto, e nessuno fa più caso al tuo costume se è fatto a mano oppure no. E gli altri? Dove sono finiti? Mai più ne visti ne sentiti, so che alcuni hanno cambiato città, sono finiti perfino in Giappone e si sono SPOSATI. La parola "matrimonio" mi ha sbattuto sul naso la dura realtà, cioè che ormai siamo tutti adulti, ognuno coi suoi impegni, la sua vita...fine dei giochi insomma. Anche se questo non è del tutto esatto perchè c'è chi lo trova il tempo per il cosplay o il divertimento. Ma dentro di me sta morendo tutto ciò che è legato alla mia adolescenza, tutto ciò che c'era di bello. Poca roba bella, ma intensa. Il cosplay era l'unica nota positiva e gioiosa che avevo nell'arco dell'anno...quando ero più piccola. Facevo il conto alla rovescia mesi prima, e mi rendeva felice quando attorno avevo tanta pena e malinconia..era l'unico spiraglio di divertimento e serenità. Finito.
Mettiamoci pure che è pieno di stands delle scuole del fumetto o delle case editrici, nei quali vedo i miei colleghi fumettisti impegnarsi per promuovere i loro progetti, o semplicemente farsi vedere all'opera. Mi trovo in costume a passare davanti a chi fa il mio stesso lavoro e mi dico "checcazzo sto facendo? Io dovrei essere lì con loro!!" e vado in conflitto. Vado in fiera in borghese, vedo i cosplayers che si divertono, e vado di nuovo in conflitto perchè vorrei essere in costume anche io e ridere. Ma poi so che mi vesto e non rido...non più. Mi trovo tra cosplay e fumetto, e per un momento non so chi sono, e chi voglio essere. Finirà che non sarà nulla...anzi..sarò la fumettista asociale e solitaria, perchè io mi do da fare dietro le quinte, e non mi butto in campo come fanno gli altri, che amano esibirsi.

Oggi questo spiraglio è il mio lavoro. Mi fa dannare come na pazza, ma se non avessi la mia passione, il mio lavoro, sarei un'ameba senza scopo e, cosa più grave, avrei la mente completamente vuota, da riempire di negatività. Il troppo lavoro mi costringe a tenere la mente occupata al 90% tutto il santo giorno...e ringrazio il padre eterno per questo. Anzi, ringrazio ME per avere talento e per avere il coraggio e la forza di portarlo avanti ogni giorno e con sempre più impegno e costanza. Si, una volta tanto posso dirmi "grazie" perchè mi sto impegnando davvero tanto nonostante la mia esistenza difficile. Difficile si, perchè sai cosa passa di me? Che lavoro comodamente da casa e faccio quello che amo e questo fa pensare automaticamente che ciò non comporti alcuna difficoltà. Poveri scemi proprio. Si, che ce vole? Na passeggiata de salute lavorare sedici ore al giorno, a studiare continuamente per tutta la vita e mettere su carta le peggiori fantasie erotiche delle persone. Facile. E si parla come se questo lavoro mi fosse stato regalato da qualcuno.. "facile per lei, tutto in salita". A belli, se faccio questo lavoro è perchè mi stò impegnando, nessuno disegna al mio posto, nessuno studia al mio posto..sono IO soltanto a fare questo per me stessa, e se oggi ci campo è perchè me lo sono SUDATO e MERITATO. Se riesco a campare facendo ciò che mi piace e da casa per giunta...significa che sono brava, e voi, se non potete ottenere la stessa cosa...avete poca forza di volontà, siete deboli e senza talento..colpa vostra, non mia che impegno la mia esistenza solo in questo. Invece di giudicare me, impegnatevi in quello che vi piace fare, sprecate le forze su quello che volete voi, non su quello che faccio io.

Vedi? Vado in confusione anche qui. N'accozzaglia di parole, di situazioni diverse...ma è così, è questo che mi fa soffrire. L'incomprensione da parte degli altri, l'incapacità e mancanza di voglia di farsi nuovi amici, gente che viene, gente che và, l'impressione di non essere importante per nessuno, problemi familiari e decisioni drastiche. Mi sento stanchissima, e in questa stanchezza devo trovare la forza di lavorare al meglio e non deludere nessuno. Vorrei non deludere me, e iniziare il progetto della mia vita. Si, realizzare il mio fumetto. Mio al cento per cento, dalla sceneggiatura ai disegni. Ho poco tempo da dedicargli, e il fantasma del progetto gira ormai da un paio di anni. Riuscissi a realizzarlo davvero, forse avrei un pò più di rispetto, di prestigio...e un pò più di auostima. Vorrei tanto pubblicare progetti miei, tanti...perchè di idee ne ho. Chissà se riuscirò a fare qualcosa il prossimo anno, chissà se troverò un pò di pace, chissà se imparerò ad accettare i cambiamenti, l'età che avanza, le persone lontane che non torneranno tanto presto.
No, continuerò a non fare niente, e non accettare niente, mi conosco.

Porca miseria, quanto mi sento triste stanotte.

venerdì 6 novembre 2015

Non avere le parole e parlare troppo

Cazzarola, mi ritrovo a scrivere più su questo blog dimenticato da Dio, che su l'altro, quello serio, dove si lavora. Però a modo suo è serio anche questo, perchè mi permette di tirare fuori quello che ho dentro (il che è troppo importante) senza assillare nessuno.

Domani C. parte per il Canada. Parte per il Canada. Parte per il Canada.
Qualche secondo di black-out, desolatachiedoscusa.
Mi sento come se avessi perso un fidanzato...vuota, non ho voglia di fare nulla..è stata una settimana pesante infatti. Ho pianto, ho avuto picchi di forte depressione, ma ho dovuto continuare a fare il solito, perchè le consegne sono tante e non posso riposarmi.
Ci siamo salutate l'ultima volta la scorsa Domenica e sembra essere passata una eternità. Se non mi trovassi in un'altra città attualmente, forse sarei riuscita a rivederla, invece no.
Insomma, sono scesa giù e abbiamo preso qualcosa al bar assieme, come non avevamo mai fatto purtroppo...non so perchè, ma è sicuramente colpa mia. Ah, piccola parentesi: mi ha lasciato due suoi oggetti: un ciondolo a forma di geco, e un portachiavi, sempre a forma di geco, che aveva da oltre dieci anni sul quale ho sbavato sempre, lascio immaginare di quanto possa essere tornata indietro la mia testa.Chiusa parentesi.
Abbiamo parlato di tutto, dai cartoni animati ai discorsi sulla metafisica. Lei legge tanto, è sveglia e più sapiente, a volte mi piace farmi spiegare quello che forse non ho capito. Dopo siamo state al parchetto dietro al mercato, oggi sistemato a puntino, (tanti anni fa era solo una landa desolata, secca, piena di preservativi usati...blè) abbiamo continuato a parlare in quella giornata senza sole ma caldina. Il cielo era di quel bianco accecante come se volesse piovere ma non è abbastanza scuro, quindi nu ja fa. E' proprio come dicono, quel tipo di cielo mette tristezza dentro, quasi meglio il diluvio.
Trascorso quel poco di tempo che avevamo a disposizione, abbiamo dovuto darci l'arrivederci. C'è stato qualche minuto di imbarazzo, del tipo "hmm...vabè...eh insomma..." come per dire "dobbiamo staccarci mo, ma non sappiamo come dirlo". Inizia lei abbracciandomi. Il mio rammarico è che non sono riuscita a stringerla come volevo, FORTE. C'era mia sorella (noi tre siamo sempre state assieme) e non mi sentivo molto libera, temevo che lei potesse provare gelosia, visto che io con gli abbracci sono stitica, perfino con lei.
Insomma, mentre mi perdevo tra le sue braccia (nel vero senso della parola, io sono alta 1,60m e lei 1,75) mi diceva di essere forte, di non farmi prendere dalle mie solite ansie, e che avrebbe continuato a visitare il blog, quindi a sostenere tutto quello che farò in futuro. Io annuivo senza dire nulla perchè in realtà già avevo gli occhi lucidi e cercavo di non singhiozzare o di fare la voce da pianto.
Ha poi aggiunto "ti voglio bene". Non ce l'ho fatta. Non me lo aspettavo perchè anche lei con certi termini ci va molto piano. Mi è scesa una lacrima e le ho detto che anche io gliene volevo, con un filo di voce perchè il carattere alla Vegeta (di merda) è sempre in agguato. Mentre piagnucolavo mi baciava la testa senza dire altro. Penso sia uno dei gesti più belli rivolti alla mia persona.
Qualche minuto dopo era già lontana, si girava ogni tanto per vedere se eravamo ancora lì. Io sono rimasta finchè non l'ho più vista.
Salita a casa ho avuto il vero crollo, con mamma che mi diceva che le cose cambiano e che devo accettarlo, dopotutto lei va solo a stare bene.
E' vero, e io nel mio egoismo le ho mostrato solo il mio disappunto e le mie lacrime, rendendole tutto più difficile. Avrei dovuto solo sdrammatizzare, ma non volevo neanche passare per menefreghista, visto che al suo matrimonio tutte le sue amiche hanno pianto e ri-pianto facendosi ben notare. Io ho solo seguito l'istinto dopotutto. Non voglio che se ne vada, non lo vorrò mai. Ma posso solo rispettare la scelta e augurarle il meglio. A lei e a quel meraviglioso uomo che si è sposata.


Però sono anche tanto incazzata con me stessa. L'ho sempre detto che vivrò e morirò di sensi di colpa, consapevole di non fare cose che in realtà vorrei e dovrei fare ma che non le farò, per poi pentirmi dopo. Sai cosa avrei voluto? Avrei voluto mettere da parte il lavoro qualche volta, e vedere di più lei. Da piccole uscivamo fisso una volta a settimana, e non so quando e perchè questa magia si è interrotta. Forse perchè ognuna era impegnata con lavoro, corsi, studi, fidanzati eccetera. Ci siamo perse e ritrovate dopo qualche anno, ma ormai ognuna aveva la sua vita. E io sempre a dire "ho le consegne, devo lavorare, vediamo la settimana prossima" bla bla bla...intanto mesi e anni sono passati, e mi ritrovo senza di lei, quando avrei potuto stare seduta in quel bar a parlarle quella volta a settimana che in realtà non mi sarebbe costato nulla. Non l'ho fatto, e ora crepo di rimpianti.
Ci rivedremo quando io avrò più di 30 anni e lei quasi. Tornerà in primavera..ma per quanto? Giusto per un saluto, come quando ci siamo separate...è proprio poco. Inoltre avrà la fila tipo fumettista al Romics...con tutte le persone che la amano. Come fai a non amarla? Una persona dal cuore buono, onesto...e cosa fondamentale..che ti sa ascoltare. Perchè oggi quando dici qualcosa che interessa, si prende lo smartphone e si guarda facebook, mentre l'altro parla. Si, questo è stato visto e appurato. Lei ti ascolta, le piace ascoltare, e soprattutto ama aiutare il prossimo..come me. Siamo uguali in questo.

Domani alle 15 partirà. Il mio desiderio era quello di farmi trovare all'aeroporto in verità...ma sua mamma mi ha consigliato di non farlo per non creare ulteriore ansia, ed ha ragione. Domani sarei tornata a Roma solo per lei, per rivederla, ma ammetto che per me sarebbe stato straziante, peggio di Domenica scorsa. Non ce la faccio.
Sai cosa succederà? Lo dico adesso. Domani i suoi amici le faranno la sorpresa all'aeroporto, e io non ci sarò, sentendomi in colpa perchè così facendo non ho dimostrato abbastanza affetto. Domani sera penso che starò parecchio male per questo..ma davvero non ce la posso fare. Per alcune cose sono forte, per altre no. Qualunque cosa scelga di fare mi sento in difetto. Se vado la faccio stare peggio, se non vado pare che me ne fotto. Non è così...non è così.

Non so se scriverle su facebook adesso, e augurarle buon viaggio. Non so che cosa fare, Scrivo o no? Cosa dico? Come la dico? Mi scoppia la testa da questa mattina. Quel ciondolo meraviglioso che mi ha lasciato, adesso è una delle cose pià preziose che ho, anche se ha un ricordo un pò triste. Lo porto più che posso senza rovinarlo, e..si, come un'idiota, lo tengo sotto al cuscino, nella mia mano stretta, quando vado a dormire. Mi vergongo tanto di questa cosa, perchè è infantile, e non sto parlando di un morto. Lei c'è, sta bene e io sono grande per questi atteggiamenti. D'altronde non lo sa nessuno, e lei non leggerà mai queste righe. Rimane tra me e quei pochi che arrivano qui per caso, non so come.
Stringo quel ciondolo e la mente viaggia, un viaggio lungo tantissimi anni.

Ho tanto altro da dire..ma per oggi basta così, mi sto straziando davvero tanto. Non sto neanche a rileggere, a correggere errori grammaticali, di battitura e quello che è.
Continuerò a parlare da sola, di questo, nei prossimi giorni.

Buon viaggio nipote, ti voglio bene.

lunedì 2 novembre 2015

Le cose cambiano




E' proprio tardi stanotte...sarebbe il caso di andarsene a letto. Ho passato una giornata piacevole ma lontana dal lavoro, infatti ho appena finito di recuperare e, stranamente, ci sono riuscita.
In questo momento ho la mente attiva, sveglia, ma continuo a indirizzare le mie energie nelle cose sbagliate...la malinconia ad esempio. Sono giorni e giorni che penso solo al tempo che è passato, che sta passando e che passerà. Mi ritrovo a vedere cose ormai vecchie di venti anni fa, e a parlare di persone come se avessero l'età che avevano dieci anni fa. Non accetto il tempo che passa e i cambiamenti che questo comporta. Il futuro è sempre negativo, non sarà mai bello.
Si, magari riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi...poi però? Moriranno le persone che hai attorno, se non crepi prima tu. Quindi cosa c'è di positivo nel futuro? Non ne ho idea. Il futuro ti toglie cose e persone. Persone che se ne vanno, che siano esse morte o partite per lunghi periodi, o per sempre.
Passa così in fretta che ti ritrovi nulla tra le mani perchè non hai avuto il tempo di costruire rapporti umani. E quando te ne rendi conto è tardi e pensi "perchè non ho messo da parte il lavoro e coltivato questo affetto? Perchè?". Forse perchè lì per lì pensi di avere il tempo, pensi "si dai domani lo faccio" e quel domani diventa dopodomani, dopo un mese...e puff...sono passati anni. Tu che hai fatto nel frattempo? Dormito? No, lavorato...ma ti senti come se avessi preso una botta in testa e ti fossi svegliato in quel momento..quasi quasi non ricordi neanche di aver lavorato.
Lo dico sempre io..il tempo che passa in fretta è tremendo, ma quando muore qualcuno che ami, tu desideri che quel tempo sia tanto veloce, così ti ritrovi lontano da quel giorno già da mesi e anni, e ti sembra di aver superato qualcosa che in realtà non si supera mai più...ci si deve convivere però.

Come al solito vado di palo in frasca..ma è questa la mia mente. Ogni minuto pensa a una cosa differente...ecco perchè sono sempre confusa, distratta e triste. Mi servirebbero quaranta cervelli per tenere a bada la i miei pensieri, organizzarli, dargli un senso. Questa cosa prima o poi mi farà fuori, me lo sento.

Sento che mi sta sfuggendo di mano tutto. Lavoro, cose, persone...soprattutto persone. Io non posso farci niente, non sono in grado di tenere stretta a me chi amo per sempre...pretendere che rimanga in vita per me, pretendere che mantenga vivo l'interesse nei miei confronti...pretendere che stia sempre nei paraggi. Come si dice? Stacce. Parola perfetta.

Ed ecco che mi torna in mente una delle mie frasi preferite di sempre.

"Nothing's like before" , Niente è come prima. Da quando l'ho sentita, ormai quindici anni fa, non mi è più uscita di testa. Già da allora mi sembrava "niente come prima"..ma oggi...è anche peggio. Ma la vita è così...ogni secondo che passa non è come prima, è un cambiamento continuo. Io però a 'na certa vorrei riposarmi, non avvertire cambiamenti per un pò...ma qui non ci si ferma mai.

Passare la vita ad abituarsi, è veramente pesante.

sabato 24 ottobre 2015

Dirsi addio

Non credevo di potermi sentire così dopo tanti anni. Credevo che il tempo avesse cambiato le cose, che avesse cambiato i nostri modi di essere. In effetti sono cambiati, si sono evoluti, ma nel profondo siamo sempre le stesse "sceme". L'unica differenza è che tocca dirsi addio. Non so per quanto veramente, ma tocca dirsi addio. Dorme di là mentre scrivo queste poche righe, l'ho fatta stare sveglia più che ho potuto perchè domani andrà via, e non so se riuscirò a rivederla...spero di si.
La cosa che mi dispiace in tutto questo, è che non sono riuscita a dire nulla riguardo la sua partenza. Vorrei farle capire che questa cosa mi fa soffrire molto...ma perchè dirlo? Non risolverebbe nulla, anzi, le darei solo più ansia. Mi sento in colpa perchè ho sprecato molti anni, presa da questo lavoro. Avremmo potuto frequentarci come una volta, ma la nostra vita non è più come allora. Ognuno ha le sue magagne e impegni, "non c'è tempo, non c'è spazio". Ovviamente la sottoscritta si accorge dell'errore fatto nel momento preciso in cui mi attacco al cazzo, e non posso farci niente. Adesso se ne va, e io l'ho vissuta troppo poso. E' soprattutto colpa mia. Andrà via, e non potrò riparare al danno. Ho un attimino di ansia e non voglio andare a dormire, perchè domani se ne andrà.

Una volta tanto vorrei far cadere questa maschera da dura che indosso, fare e dire quello che vorrei veramente. Abbracciare le persone e dire "ti voglio bene" perchè ripeterselo nella mente non fa sapere agli altri i nostri sentimenti. Rimangono in noi stessi...cosa ce ne facciamo? Nulla.

Vorrei imparare a dire quella frase. Ma so che imparerò a dirla troppo tardi, come sempre.