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venerdì 6 novembre 2015

Non avere le parole e parlare troppo

Cazzarola, mi ritrovo a scrivere più su questo blog dimenticato da Dio, che su l'altro, quello serio, dove si lavora. Però a modo suo è serio anche questo, perchè mi permette di tirare fuori quello che ho dentro (il che è troppo importante) senza assillare nessuno.

Domani C. parte per il Canada. Parte per il Canada. Parte per il Canada.
Qualche secondo di black-out, desolatachiedoscusa.
Mi sento come se avessi perso un fidanzato...vuota, non ho voglia di fare nulla..è stata una settimana pesante infatti. Ho pianto, ho avuto picchi di forte depressione, ma ho dovuto continuare a fare il solito, perchè le consegne sono tante e non posso riposarmi.
Ci siamo salutate l'ultima volta la scorsa Domenica e sembra essere passata una eternità. Se non mi trovassi in un'altra città attualmente, forse sarei riuscita a rivederla, invece no.
Insomma, sono scesa giù e abbiamo preso qualcosa al bar assieme, come non avevamo mai fatto purtroppo...non so perchè, ma è sicuramente colpa mia. Ah, piccola parentesi: mi ha lasciato due suoi oggetti: un ciondolo a forma di geco, e un portachiavi, sempre a forma di geco, che aveva da oltre dieci anni sul quale ho sbavato sempre, lascio immaginare di quanto possa essere tornata indietro la mia testa.Chiusa parentesi.
Abbiamo parlato di tutto, dai cartoni animati ai discorsi sulla metafisica. Lei legge tanto, è sveglia e più sapiente, a volte mi piace farmi spiegare quello che forse non ho capito. Dopo siamo state al parchetto dietro al mercato, oggi sistemato a puntino, (tanti anni fa era solo una landa desolata, secca, piena di preservativi usati...blè) abbiamo continuato a parlare in quella giornata senza sole ma caldina. Il cielo era di quel bianco accecante come se volesse piovere ma non è abbastanza scuro, quindi nu ja fa. E' proprio come dicono, quel tipo di cielo mette tristezza dentro, quasi meglio il diluvio.
Trascorso quel poco di tempo che avevamo a disposizione, abbiamo dovuto darci l'arrivederci. C'è stato qualche minuto di imbarazzo, del tipo "hmm...vabè...eh insomma..." come per dire "dobbiamo staccarci mo, ma non sappiamo come dirlo". Inizia lei abbracciandomi. Il mio rammarico è che non sono riuscita a stringerla come volevo, FORTE. C'era mia sorella (noi tre siamo sempre state assieme) e non mi sentivo molto libera, temevo che lei potesse provare gelosia, visto che io con gli abbracci sono stitica, perfino con lei.
Insomma, mentre mi perdevo tra le sue braccia (nel vero senso della parola, io sono alta 1,60m e lei 1,75) mi diceva di essere forte, di non farmi prendere dalle mie solite ansie, e che avrebbe continuato a visitare il blog, quindi a sostenere tutto quello che farò in futuro. Io annuivo senza dire nulla perchè in realtà già avevo gli occhi lucidi e cercavo di non singhiozzare o di fare la voce da pianto.
Ha poi aggiunto "ti voglio bene". Non ce l'ho fatta. Non me lo aspettavo perchè anche lei con certi termini ci va molto piano. Mi è scesa una lacrima e le ho detto che anche io gliene volevo, con un filo di voce perchè il carattere alla Vegeta (di merda) è sempre in agguato. Mentre piagnucolavo mi baciava la testa senza dire altro. Penso sia uno dei gesti più belli rivolti alla mia persona.
Qualche minuto dopo era già lontana, si girava ogni tanto per vedere se eravamo ancora lì. Io sono rimasta finchè non l'ho più vista.
Salita a casa ho avuto il vero crollo, con mamma che mi diceva che le cose cambiano e che devo accettarlo, dopotutto lei va solo a stare bene.
E' vero, e io nel mio egoismo le ho mostrato solo il mio disappunto e le mie lacrime, rendendole tutto più difficile. Avrei dovuto solo sdrammatizzare, ma non volevo neanche passare per menefreghista, visto che al suo matrimonio tutte le sue amiche hanno pianto e ri-pianto facendosi ben notare. Io ho solo seguito l'istinto dopotutto. Non voglio che se ne vada, non lo vorrò mai. Ma posso solo rispettare la scelta e augurarle il meglio. A lei e a quel meraviglioso uomo che si è sposata.


Però sono anche tanto incazzata con me stessa. L'ho sempre detto che vivrò e morirò di sensi di colpa, consapevole di non fare cose che in realtà vorrei e dovrei fare ma che non le farò, per poi pentirmi dopo. Sai cosa avrei voluto? Avrei voluto mettere da parte il lavoro qualche volta, e vedere di più lei. Da piccole uscivamo fisso una volta a settimana, e non so quando e perchè questa magia si è interrotta. Forse perchè ognuna era impegnata con lavoro, corsi, studi, fidanzati eccetera. Ci siamo perse e ritrovate dopo qualche anno, ma ormai ognuna aveva la sua vita. E io sempre a dire "ho le consegne, devo lavorare, vediamo la settimana prossima" bla bla bla...intanto mesi e anni sono passati, e mi ritrovo senza di lei, quando avrei potuto stare seduta in quel bar a parlarle quella volta a settimana che in realtà non mi sarebbe costato nulla. Non l'ho fatto, e ora crepo di rimpianti.
Ci rivedremo quando io avrò più di 30 anni e lei quasi. Tornerà in primavera..ma per quanto? Giusto per un saluto, come quando ci siamo separate...è proprio poco. Inoltre avrà la fila tipo fumettista al Romics...con tutte le persone che la amano. Come fai a non amarla? Una persona dal cuore buono, onesto...e cosa fondamentale..che ti sa ascoltare. Perchè oggi quando dici qualcosa che interessa, si prende lo smartphone e si guarda facebook, mentre l'altro parla. Si, questo è stato visto e appurato. Lei ti ascolta, le piace ascoltare, e soprattutto ama aiutare il prossimo..come me. Siamo uguali in questo.

Domani alle 15 partirà. Il mio desiderio era quello di farmi trovare all'aeroporto in verità...ma sua mamma mi ha consigliato di non farlo per non creare ulteriore ansia, ed ha ragione. Domani sarei tornata a Roma solo per lei, per rivederla, ma ammetto che per me sarebbe stato straziante, peggio di Domenica scorsa. Non ce la faccio.
Sai cosa succederà? Lo dico adesso. Domani i suoi amici le faranno la sorpresa all'aeroporto, e io non ci sarò, sentendomi in colpa perchè così facendo non ho dimostrato abbastanza affetto. Domani sera penso che starò parecchio male per questo..ma davvero non ce la posso fare. Per alcune cose sono forte, per altre no. Qualunque cosa scelga di fare mi sento in difetto. Se vado la faccio stare peggio, se non vado pare che me ne fotto. Non è così...non è così.

Non so se scriverle su facebook adesso, e augurarle buon viaggio. Non so che cosa fare, Scrivo o no? Cosa dico? Come la dico? Mi scoppia la testa da questa mattina. Quel ciondolo meraviglioso che mi ha lasciato, adesso è una delle cose pià preziose che ho, anche se ha un ricordo un pò triste. Lo porto più che posso senza rovinarlo, e..si, come un'idiota, lo tengo sotto al cuscino, nella mia mano stretta, quando vado a dormire. Mi vergongo tanto di questa cosa, perchè è infantile, e non sto parlando di un morto. Lei c'è, sta bene e io sono grande per questi atteggiamenti. D'altronde non lo sa nessuno, e lei non leggerà mai queste righe. Rimane tra me e quei pochi che arrivano qui per caso, non so come.
Stringo quel ciondolo e la mente viaggia, un viaggio lungo tantissimi anni.

Ho tanto altro da dire..ma per oggi basta così, mi sto straziando davvero tanto. Non sto neanche a rileggere, a correggere errori grammaticali, di battitura e quello che è.
Continuerò a parlare da sola, di questo, nei prossimi giorni.

Buon viaggio nipote, ti voglio bene.

lunedì 2 novembre 2015

Le cose cambiano




E' proprio tardi stanotte...sarebbe il caso di andarsene a letto. Ho passato una giornata piacevole ma lontana dal lavoro, infatti ho appena finito di recuperare e, stranamente, ci sono riuscita.
In questo momento ho la mente attiva, sveglia, ma continuo a indirizzare le mie energie nelle cose sbagliate...la malinconia ad esempio. Sono giorni e giorni che penso solo al tempo che è passato, che sta passando e che passerà. Mi ritrovo a vedere cose ormai vecchie di venti anni fa, e a parlare di persone come se avessero l'età che avevano dieci anni fa. Non accetto il tempo che passa e i cambiamenti che questo comporta. Il futuro è sempre negativo, non sarà mai bello.
Si, magari riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi...poi però? Moriranno le persone che hai attorno, se non crepi prima tu. Quindi cosa c'è di positivo nel futuro? Non ne ho idea. Il futuro ti toglie cose e persone. Persone che se ne vanno, che siano esse morte o partite per lunghi periodi, o per sempre.
Passa così in fretta che ti ritrovi nulla tra le mani perchè non hai avuto il tempo di costruire rapporti umani. E quando te ne rendi conto è tardi e pensi "perchè non ho messo da parte il lavoro e coltivato questo affetto? Perchè?". Forse perchè lì per lì pensi di avere il tempo, pensi "si dai domani lo faccio" e quel domani diventa dopodomani, dopo un mese...e puff...sono passati anni. Tu che hai fatto nel frattempo? Dormito? No, lavorato...ma ti senti come se avessi preso una botta in testa e ti fossi svegliato in quel momento..quasi quasi non ricordi neanche di aver lavorato.
Lo dico sempre io..il tempo che passa in fretta è tremendo, ma quando muore qualcuno che ami, tu desideri che quel tempo sia tanto veloce, così ti ritrovi lontano da quel giorno già da mesi e anni, e ti sembra di aver superato qualcosa che in realtà non si supera mai più...ci si deve convivere però.

Come al solito vado di palo in frasca..ma è questa la mia mente. Ogni minuto pensa a una cosa differente...ecco perchè sono sempre confusa, distratta e triste. Mi servirebbero quaranta cervelli per tenere a bada la i miei pensieri, organizzarli, dargli un senso. Questa cosa prima o poi mi farà fuori, me lo sento.

Sento che mi sta sfuggendo di mano tutto. Lavoro, cose, persone...soprattutto persone. Io non posso farci niente, non sono in grado di tenere stretta a me chi amo per sempre...pretendere che rimanga in vita per me, pretendere che mantenga vivo l'interesse nei miei confronti...pretendere che stia sempre nei paraggi. Come si dice? Stacce. Parola perfetta.

Ed ecco che mi torna in mente una delle mie frasi preferite di sempre.

"Nothing's like before" , Niente è come prima. Da quando l'ho sentita, ormai quindici anni fa, non mi è più uscita di testa. Già da allora mi sembrava "niente come prima"..ma oggi...è anche peggio. Ma la vita è così...ogni secondo che passa non è come prima, è un cambiamento continuo. Io però a 'na certa vorrei riposarmi, non avvertire cambiamenti per un pò...ma qui non ci si ferma mai.

Passare la vita ad abituarsi, è veramente pesante.

sabato 24 ottobre 2015

Dirsi addio

Non credevo di potermi sentire così dopo tanti anni. Credevo che il tempo avesse cambiato le cose, che avesse cambiato i nostri modi di essere. In effetti sono cambiati, si sono evoluti, ma nel profondo siamo sempre le stesse "sceme". L'unica differenza è che tocca dirsi addio. Non so per quanto veramente, ma tocca dirsi addio. Dorme di là mentre scrivo queste poche righe, l'ho fatta stare sveglia più che ho potuto perchè domani andrà via, e non so se riuscirò a rivederla...spero di si.
La cosa che mi dispiace in tutto questo, è che non sono riuscita a dire nulla riguardo la sua partenza. Vorrei farle capire che questa cosa mi fa soffrire molto...ma perchè dirlo? Non risolverebbe nulla, anzi, le darei solo più ansia. Mi sento in colpa perchè ho sprecato molti anni, presa da questo lavoro. Avremmo potuto frequentarci come una volta, ma la nostra vita non è più come allora. Ognuno ha le sue magagne e impegni, "non c'è tempo, non c'è spazio". Ovviamente la sottoscritta si accorge dell'errore fatto nel momento preciso in cui mi attacco al cazzo, e non posso farci niente. Adesso se ne va, e io l'ho vissuta troppo poso. E' soprattutto colpa mia. Andrà via, e non potrò riparare al danno. Ho un attimino di ansia e non voglio andare a dormire, perchè domani se ne andrà.

Una volta tanto vorrei far cadere questa maschera da dura che indosso, fare e dire quello che vorrei veramente. Abbracciare le persone e dire "ti voglio bene" perchè ripeterselo nella mente non fa sapere agli altri i nostri sentimenti. Rimangono in noi stessi...cosa ce ne facciamo? Nulla.

Vorrei imparare a dire quella frase. Ma so che imparerò a dirla troppo tardi, come sempre.

lunedì 20 luglio 2015

domenica 19 luglio 2015

Un evento importante

Ieri si è sposata una persona a me molto cara, una giovane donna.
Per me è stato un "duro" colpo, non tanto per il matrimonio, quanto per il fatto che presto si trasferirà in Canada, con suo marito. Pare non ci fosse altra scelta. Lui è stato chiamato per studiare lì, roba di prestigio insomma, è un genio per davvero. Inizialmente doveva partire soltanto lui, ma in cuor mio sapevo che lei non sarebbe mai rimasta qui senza il suo compagno...chi lo farebbe?
Mesi fa le dissi proprio così "ao, non fa che te ne vai pure tu in Canada, eh?" ma l'antifonia era nell'aria, ripeto, non poteva andare in altri modi.

Durante la cerimonia ero lì, non molto distante da lei, seduta. Qualcuno tirava su il naso di continuo e si asciugava le lacrime col fazzoletto. Io? Cercavo di non mostrare alcuna emozione. Invece mi sono trovata con gli occhi gonfi, che mi imploravano di lasciar scendere quelle lacrime, non ce la facevano più a reggerle. Con una mossa fulminea, quasi ninja, me le sono asciugate senza l'utilizzo del fazzoletto, prova del fatto che stessi ...piagnucolando. Fortunatamente nessuno si è accorto di nulla.

Soffrivo perchè sapevo che quel passo l'avrebbe portata via da me, allargando la crepa che si è creata tra noi negli anni, a causa di scelte di vita differenti, e di compagnie differenti, soprattutto. Piangevo perchè penso di avere una grande empatia con lei, a senso unico ovviamente. In quel momento non mi sentivo dietro di lei con tutti gli altri, ero LEI, e credevo di capire cosa stesse provando. Un misto di sofferenza, paura, e un poco di convinzione del passo che stava facendo. Convinta si, ma non troppo. Si sarà chiesta "cosa farò dopo? Sto facendo davvero la cosa giusta? Lascerò tutti qui con i propri problemi e io non potrò aiutarli perchè sarò troppo lontana" cose così. E' stata coraggiosa, probabilmente io mi sarei battuta egoisticamente per fare in modo che lui non andasse a studiare dall'altra parte del mondo, oppure lo avrei lasciato andare da solo, con tutti i rischi. Io non mi muoverò mai dall'Italia, perchè credo ancora che chi ha qualcosa tra le mani (abilità, attitudine, talento) sia in grado di farsi largo QUI e di avere un futuro decente. Ma quando vieni chiamato da lì fuori non puoi certo tirarti indietro.

Forse io sono cretina. Mia madre mi dice spesso "ah certo, perchè se la Disney ti chiama e ti offre un lavoro lì, tu non ci vai!?" ho sempre risposto "no, non ci vado perchè sto bene qui, VOGLIO stare qui". Si, forse sono proprio stupida io, troppo attaccata a una terra che non mi offre nulla, e a una famiglia che comunque non posso aiutare, perchè non è aiutabile.

Tornando al matrimonio, sono stata investita da tanti sentimenti differenti. Avrei voluto dire e fare tante cose, ma non ci sono riuscita, lo hanno fatto le sue amiche al posto mio. Lo vedi nei suoi occhi le loro sono tutto per lei, e io passo le ore a chiedermi perchè non sia così anche nei miei confronti, cos'abbia di meno la mia persona. Posso dire di averla cresciuta io negli anni più importanti, tanti atteggiamenti li ha presi da me, tante passioni (tra cui il disegno). Noi due siamo uguali. Modo di parlare, di gesticolare, di pensare e qualche volta di agire.
Non ci avevo mai fatto caso, me lo disse il mio fidanzato la prima volta che gliela presentai. Mi disse "mamma mia vi somigliate proprio tanto!" e io "maddai, cioè?" "come parlate, come sorridete, le espressioni del viso!". Mi sentii molto lusingata di questo, come se mi avessero detto di somigliare al mio idiolo.
Pensandoci, forse sono io che ho assorbito il suo modo di essere, perchè ha una personalità talmente potente da investire qualunque cosa. Tanto è vero che anche le sue amiche hanno atteggiamenti simili, risultando però meno brillanti.
Le vedevo abbracciarsi tutte assieme, stringersi forte, e piangere. Piangeva anche lei, a un certo punto. Forse se avessi mostrato le mie vere emozioni, le avrei fatto capire, come loro, quanto tenessi a lei.
Facciamo spesso l'errore di pretendere che le persone capiscano ciò che sentiamo pur non mostrando alcuna emozione. Pensiamo "ma perchè a me non ci tiene quanto io tengo a lei/lui?"
Chiediamoci anche questo: noi cosa facciamo per far capire a una persona che teniamo a lei? Nulla.
Dirsi tra se e se quanto amiamo una persona, non significa che quella capisca al di fuori, non ha la palla di cristallo. Nella nostra stupidità noi sappiamo ciò che proviamo, DENTRO, ma pretendiamo che gli altri vedano, capiscano e si spera ricambino. Questo non può accadere, a meno che non ci sia qualcuno che straveda per te, e ti dia quello ciò di cui hai bisogno.

Mentre lei era dentro a far foto, io sono andata fuori e ho pianto un paio di volte, seduta su quel magnifico prato Toscano, voltando le spalle alla festa. Non desideravo dare spettacolo, e non volevo che mi vedesse in quello stato per non crearle ulteriore ansia e preoccupazione. Nessuno si è curato di questo, solo io. Ma il risultato è che ho mostrato semplicemente di non tenerci abbastanza, se mi fossi buttata addosso a lei in lacrime forse avrei fatto la mia porca figura. Avrei dovuto piangere più forte di tutti, per farle capire quanto in realtà le voglia bene. Ma ho sbagliato ancora.
Lei è venuta ad abbracciarmi, e io non ho saputo stringerla e dire qualcosa di sensato. I miei abbracci sono molli, con tutti. Una sciocca forma di orgoglio. Se abbraccio sono debole. Lo so che la forza è fare esattamente l'azione opposta, lo so che è un atteggiamento inutile e sbagliato, ma sono sempre stata così. Riesco a strapazzare solo il mio uomo perchè in fondo mi ricorda mio padre, e lui lo strapazzavo sempre. Se ci fosse stato ancora oggi, forse avrei continuato a stropicciargli la faccia, ma non posso. Mentre mi stringeva io mi sentivo sempre più debole, pensavo "checcazzo fai, stai sbagliando ad andare via, lascia perdere" oppure "hei tu, dille qualcosa, dille cosa senti". Ancora una volta non ho avuto la forza.

Se sono arrivata a questo la responsabilità è solo mia. Ho creduto per anni di perdere chi amavo non per causa mia, ma perchè non veniva rispettata la mia condizione. Il mio lavoro non mi permettie grossi rapporti sociali. Questo significa dire di no il 90% delle volte in cui vengo invitata ad uscire. Cosa costruisci così?? Nulla, che pretendi? Che le persone stiano ad aspettare te quando sei comoda? Certo che no. Le persone vanno avanti senza di te, si costruiscono una vita propria, diversa, con amici diversi e hai l'illusione che quando ti "svegli" ed esci un pò le cose siano come le hai lasciate l'ultima volta. E con il passare degli anni gli altri prendono il tuo posto. E' giusto così. Ho 28 anni e ho capito soltanto ieri che mi sono fatta sfuggire dalle mani una vita alla quale tengo davvero, e tante altre alle quali avrei dovuto dare importanza nei tempi opportuni. Ho 28 anni e sono sola, con due amici per il rotto della cuffia che non so come facciano a sopportarmi e nessun rapporto con zii e cugini. Niente, per loro sono stata pressochè indifferente ieri, perchè in realtà io non esisto, e questa è la verità. Se non esisto, è solo colpa mia, che non sono stata capace di lasciare lo spazio ai sentimenti, credendo che tutti stessero in attesa di un mio cenno di vita senza far nulla nel frattempo. Non si torna indietro e ormai non si va neanche avanti.

Lei è l'unica persona, l'unico essere umano a parte la mia famiglia capace di disarmarmi, di indebolirmi, che mi rende dipendente, succube. Ho tagliato i ponti con tanti negli anni, anche persone mooolto importanti che frequentavo tutti i giorni, molto più di lei. Ho tagliato i ponti senza fare una piega, ho pianto per un paio di giorni e me ne sono fatta una ragione. Con lei non è possibile chiudere. Ci ha provato qualche anno fa, e non ci siamo parlate per tre anni. Non so come si è finiti in quella situazione, e non ricordo come ne siamo uscite. Ma di fronte a lei io sono in ginocchio in catene, potrebbe fare di me quello che vuole. E' così e basta. Sarà che per me è ancora un indifesa undicenne, appassionata di Dragon Ball come me. Sarà che la vedo ancora divertirsi con le mie battute, con il mio disegnare situazioni particolari con i nostri personaggi preferiti. Le nostre passeggiate a Via del Corso ogni Sabato, le dormite a casa sua in salone nel sacco a pelo, suo fratello, allora piccolissimo, che mi si buttava addosso dicendomi che voleva sposarmi (e che oggi è tanto se ci salutiamo). Mi ritrovo a dir cose vecchie di dieci anni. Nel frattempo cosa è accaduto? Non lo so, il tempo è volato e lei ha trovato persone in grado di dimostrarle cosa provano con un abbraccio profondo e parole di conforto. Mi sono persa qualcosa e non posso tornare indietro. Non potrò mai prendermi quello che desidero, perchè avrei dovuto non prendere, ma costruire negli anni come han saputo fare altre persone e non io.

Ci siamo lasciate con un abbraccio, il suo era caldo, non troppo stretto. Il mio era debole e molle, ero priva di forze perchè non potevo pensare al futuro. Mi ha detto "sei stanca? Ce la fai a fare il viaggio di ritorno?" (una cosa simile) e io "si, semmai non riesco a pensare al tuo". Non ho saputo dire altro, e dopo quattro ore ero già a casa.
Mamma mi ha chiesto com'è andata, e dopo aver raccontato della cerimonia, sono scoppiata in lacrime confidandole questi sentimenti, con grande difficoltà. Non mi ha capita, ma nessuno può farlo, non sono una persona normale, finalmente ho la conferma.

Sono le cinque del mattino, e vorrei continuare il discorso. Ma che senso ha, quando bastava dire smplicemente "ti voglio bene" e magari esser stata più presente negli ultimi otto anni?. Questo blog mi salva perchè mi da la possibilità di sfogarmi davvero, di parlare un pò con me stessa, e di lasciar scritto un ricordo, seppure doloroso, di quello che provo. Tra qualche anno leggerò ancora queste parole sperando di farmici sopra una risata, o sperando che possano in qualche modo aiutami.

Me ne vado a letto, con gli occhi secchi, che bruciano perchè ho pianto ancora. Ho sonno e non so neanche che cosa ho scritto probabilmente. Domani si torna a lavoro.

Come diceva Gandalf?

"Non vi dirò non piangete, perchè non tutte le lacrime sono un male"